Come ridurre l’esposizione a microplastiche e sostanze tossiche

Come ridurre l’esposizione a microplastiche e sostanze tossiche

Microplastiche, BPA, PFAS e ftalati possono accumularsi nel nostro corpo e alterare la salute. In questa guida scopri accorgimenti concreti per ridurre l’esposizione quotidiana e vivere in un ambiente più sicuro.

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Digiuno Intermittente: Guida Completa per Dimagrire in Salute Lettura Come ridurre l’esposizione a microplastiche e sostanze tossiche 5 minuti

Negli ultimi anni, l’attenzione sui possibili effetti delle microplastiche e di sostanze chimiche come BPA, BPS, PFAS e ftalati sulla nostra salute è aumentata notevolmente. Questi composti possono penetrare nell’ambiente – e potenzialmente nel nostro organismo – attraverso molte vie, tra cui l’aria, i cibi e l’acqua. In questo articolo esploreremo gli accorgimenti pratici per ridurre l’esposizione quotidiana a tali sostanze, promuovendo un maggiore benessere nostro e dei nostri cari.

Indice dei contenuti

 

Microplastiche e sostanze chimiche associate

Cosa sono le microplastiche

Le microplastiche sono piccole particelle di plastica (inferiori ai 5 mm) che si formano dalla degradazione di oggetti più grandi o vengono prodotte intenzionalmente per alcuni prodotti cosmetici o industriali. Oltre alle microplastiche, sostanze come BPA (Bisfenolo A), BPS (Bisfenolo S), PFAS (“forever chemicals”) e ftalati possono contaminare l’ambiente e gli alimenti, finendo anche nel nostro organismo.

Perché sono dannose

  • BPA, BPS e ftalati: impiegati per rendere la plastica più resistente o flessibile, sono sospettati di interferire con il sistema endocrino e di contribuire a disturbi metabolici e ormonali.
  • PFAS: definiti “forever chemicals” perché persistono per anni nell’ambiente e nell’organismo. Studi li collegano a problemi di salute che coinvolgono sistema immunitario, metabolismo e ormoni.

Abbigliamento e microplastiche

Rischi legati ai capi sintetici

La maggior parte dei capi sportivi “tecnici” (realizzati in tessuti sintetici come poliestere o rayon) può rilasciare microplastiche e sostanze chimiche, specialmente durante l’attività fisica, a causa di sudore e sfregamento.

Consigli pratici

  • Prediligere capi in fibre naturali (cotone, lino) quando possibile.
  • Evitare l’acquisto di abbigliamento molto sintetico per i bambini, data la loro maggiore sensibilità in fase di sviluppo.
  • Limitare i tessuti “antiodore” o “ad asciugatura rapida” che spesso contengono PFAS.

Alimentazione e contatto con la plastica

Importanza di filtrare l’acqua

Le microplastiche sono presenti anche nell’acqua potabile. Utilizzare un buon sistema di filtraggio, preferibilmente a osmosi inversa, può ridurre sensibilmente la presenza di queste particelle e di sostanze come BPA, PFAS e ftalati.

Evitare contenitori di plastica e fonti di calore

  • Bottiglie di plastica: ridurre l’uso di quelle monouso, specialmente se esposte a fonti di calore elevate (ad esempio in auto o al sole).
  • Caffè da asporto: il calore facilita il rilascio di sostanze nocive dai contenitori usa e getta. Si consiglia di utilizzare una borraccia termica o una tazza riutilizzabile.
  • Utilizzo del microonde: preferire contenitori in vetro o ceramica anziché in plastica.

Cibi acidi e imballaggi di plastica

Gli alimenti molto acidi (agrumi, pomodori, cibi con aceto o spezie) possono favorire la migrazione di sostanze chimiche dalla plastica. Per ridurre il rischio:

  • Conservare e acquistare prodotti acidi in contenitori di vetro.
  • Evitare pellicole e sacchetti in plastica, soprattutto se il cibo è già tagliato o molto succoso.

Popcorn al microonde e “forever chemicals”

I classici sacchetti per popcorn da microonde sono spesso rivestiti con PFAS. Una soluzione più sicura è preparare i popcorn in casa con un metodo tradizionale (ad esempio in una pentola con coperchio).

Misurare e ridurre l'accumulo di sostanze tossiche

Test di laboratori specializzati

Alcuni laboratori (ad esempio Vibrant Health) offrono la possibilità di misurare i livelli di BPA, PFAS e ftalati nel sangue o nelle urine. Sebbene ciò possa fornire indicazioni utili, rimangono da approfondire gli studi clinici relativi all’efficacia di specifiche strategie di riduzione dell’esposizione.

Ruolo della sulforafano

La sulforafano, contenuta in broccoli e altre crucifere, sembra incrementare l’attività di enzimi utili all’eliminazione di sostanze tossiche come benzene e acroleina. Sebbene si ipotizzi un meccanismo simile per BPA e BPS, sono necessari studi più approfonditi per confermarne l’efficacia.

Sauna e sudorazione

La sudorazione può favorire l’eliminazione di alcuni metalli pesanti e, in misura minore, di BPA. Non è chiaro se vi sia un rischio di riassorbimento cutaneo; per precauzione, molti esperti consigliano di fare una doccia con sapone dopo l’attività fisica o la sauna.

Altri accorgimenti per la casa e la cucina

Filtri domestici e acqua minerale

  • Filtri a osmosi inversa: i sistemi per tutta la casa (whole house system) aiutano a rimuovere micro e nanoplastiche, oltre a BPA e PFAS.
  • Contenitori in vetro o acciaio inox: riducono il contatto con la plastica, soprattutto se l’acqua è calda o se il contenuto è acido.

Pentole e utensili

  • Evitare pentole antiaderenti con rivestimenti chimici potenzialmente dannosi.
  • Preferire acciaio inossidabile o ghisa, materiali stabili che non rilasciano sostanze tossiche.
  • Usare cautela con gli stampi in silicone a temperature molto elevate, poiché i dati disponibili sulla loro sicurezza a lungo termine non sono ancora conclusivi.

Conclusione

Ridurre l’esposizione a microplastiche e sostanze chimiche come BPA, BPS, PFAS e ftalati può sembrare una sfida complessa, ma con alcuni semplici accorgimenti è possibile minimizzare i rischi. Scegliere tessuti naturali, utilizzare sistemi di filtraggio per l’acqua, evitare di riscaldare il cibo in contenitori di plastica e optare per pentole in materiali sicuri sono tutte azioni concrete che promuovono un ambiente più sano per noi stessi e per i nostri cari.

Referenze scientifiche

Guida completa di Rhonda Patrick con decine di referenze

Autore: Cristian disisto

Master Specialistico nella forza e nutrizione per le Alte Prestazioni Sportive in corso, Dott. Magistrale in Ingegneria, Co-fondatore kefood.it

Revisore: Dott. Francesco Marinelli,

Nutrizionista Funzionale - Certified Functional Medicine Practitioner®

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