Negli ultimi anni, l’attenzione sui possibili effetti delle microplastiche e di sostanze chimiche come BPA, BPS, PFAS e ftalati sulla nostra salute è aumentata notevolmente. Questi composti possono penetrare nell’ambiente – e potenzialmente nel nostro organismo – attraverso molte vie, tra cui l’aria, i cibi e l’acqua. In questo articolo esploreremo gli accorgimenti pratici per ridurre l’esposizione quotidiana a tali sostanze, promuovendo un maggiore benessere nostro e dei nostri cari.
Indice dei contenuti
- Microplastiche e sostanze chimiche associate
- Abbigliamento e microplastiche
- Alimentazione e contatto con la plastica
- Misurare e ridurre l'accumulo di sostanze tossiche
- Altri accorgimenti per la casa e la cucina
- Conclusione
- Referenze scientifiche
Microplastiche e sostanze chimiche associate
Cosa sono le microplastiche
Le microplastiche sono piccole particelle di plastica (inferiori ai 5 mm) che si formano dalla degradazione di oggetti più grandi o vengono prodotte intenzionalmente per alcuni prodotti cosmetici o industriali. Oltre alle microplastiche, sostanze come BPA (Bisfenolo A), BPS (Bisfenolo S), PFAS (“forever chemicals”) e ftalati possono contaminare l’ambiente e gli alimenti, finendo anche nel nostro organismo.
Perché sono dannose
- BPA, BPS e ftalati: impiegati per rendere la plastica più resistente o flessibile, sono sospettati di interferire con il sistema endocrino e di contribuire a disturbi metabolici e ormonali.
- PFAS: definiti “forever chemicals” perché persistono per anni nell’ambiente e nell’organismo. Studi li collegano a problemi di salute che coinvolgono sistema immunitario, metabolismo e ormoni.
Abbigliamento e microplastiche
Rischi legati ai capi sintetici
La maggior parte dei capi sportivi “tecnici” (realizzati in tessuti sintetici come poliestere o rayon) può rilasciare microplastiche e sostanze chimiche, specialmente durante l’attività fisica, a causa di sudore e sfregamento.
Consigli pratici
- Prediligere capi in fibre naturali (cotone, lino) quando possibile.
- Evitare l’acquisto di abbigliamento molto sintetico per i bambini, data la loro maggiore sensibilità in fase di sviluppo.
- Limitare i tessuti “antiodore” o “ad asciugatura rapida” che spesso contengono PFAS.
Alimentazione e contatto con la plastica
Importanza di filtrare l’acqua
Le microplastiche sono presenti anche nell’acqua potabile. Utilizzare un buon sistema di filtraggio, preferibilmente a osmosi inversa, può ridurre sensibilmente la presenza di queste particelle e di sostanze come BPA, PFAS e ftalati.
Evitare contenitori di plastica e fonti di calore
- Bottiglie di plastica: ridurre l’uso di quelle monouso, specialmente se esposte a fonti di calore elevate (ad esempio in auto o al sole).
- Caffè da asporto: il calore facilita il rilascio di sostanze nocive dai contenitori usa e getta. Si consiglia di utilizzare una borraccia termica o una tazza riutilizzabile.
- Utilizzo del microonde: preferire contenitori in vetro o ceramica anziché in plastica.
Cibi acidi e imballaggi di plastica
Gli alimenti molto acidi (agrumi, pomodori, cibi con aceto o spezie) possono favorire la migrazione di sostanze chimiche dalla plastica. Per ridurre il rischio:
- Conservare e acquistare prodotti acidi in contenitori di vetro.
- Evitare pellicole e sacchetti in plastica, soprattutto se il cibo è già tagliato o molto succoso.
Popcorn al microonde e “forever chemicals”
I classici sacchetti per popcorn da microonde sono spesso rivestiti con PFAS. Una soluzione più sicura è preparare i popcorn in casa con un metodo tradizionale (ad esempio in una pentola con coperchio).
Misurare e ridurre l'accumulo di sostanze tossiche
Test di laboratori specializzati
Alcuni laboratori (ad esempio Vibrant Health) offrono la possibilità di misurare i livelli di BPA, PFAS e ftalati nel sangue o nelle urine. Sebbene ciò possa fornire indicazioni utili, rimangono da approfondire gli studi clinici relativi all’efficacia di specifiche strategie di riduzione dell’esposizione.
Ruolo della sulforafano
La sulforafano, contenuta in broccoli e altre crucifere, sembra incrementare l’attività di enzimi utili all’eliminazione di sostanze tossiche come benzene e acroleina. Sebbene si ipotizzi un meccanismo simile per BPA e BPS, sono necessari studi più approfonditi per confermarne l’efficacia.
Sauna e sudorazione
La sudorazione può favorire l’eliminazione di alcuni metalli pesanti e, in misura minore, di BPA. Non è chiaro se vi sia un rischio di riassorbimento cutaneo; per precauzione, molti esperti consigliano di fare una doccia con sapone dopo l’attività fisica o la sauna.
Altri accorgimenti per la casa e la cucina
Filtri domestici e acqua minerale
- Filtri a osmosi inversa: i sistemi per tutta la casa (whole house system) aiutano a rimuovere micro e nanoplastiche, oltre a BPA e PFAS.
- Contenitori in vetro o acciaio inox: riducono il contatto con la plastica, soprattutto se l’acqua è calda o se il contenuto è acido.
Pentole e utensili
- Evitare pentole antiaderenti con rivestimenti chimici potenzialmente dannosi.
- Preferire acciaio inossidabile o ghisa, materiali stabili che non rilasciano sostanze tossiche.
- Usare cautela con gli stampi in silicone a temperature molto elevate, poiché i dati disponibili sulla loro sicurezza a lungo termine non sono ancora conclusivi.
Conclusione
Ridurre l’esposizione a microplastiche e sostanze chimiche come BPA, BPS, PFAS e ftalati può sembrare una sfida complessa, ma con alcuni semplici accorgimenti è possibile minimizzare i rischi. Scegliere tessuti naturali, utilizzare sistemi di filtraggio per l’acqua, evitare di riscaldare il cibo in contenitori di plastica e optare per pentole in materiali sicuri sono tutte azioni concrete che promuovono un ambiente più sano per noi stessi e per i nostri cari.